La tensione nei rapporti tra Turchia e Stati Uniti ha conosciuto una nuova impennata con il blocco reciproco nel rilascio dei visti. Causa di questo nuovo capitolo della querelle tra i due Paesi, l’arresto, avvenuto recentemente, di un dipendente turco del Consolato Usa a Istanbul che, secondo le autorità turche, apparterrebbe alla rete di Gulen, il predicatore islamico ritenuto l’ispiratore del fallito golpe del luglio 2016 contro Recep Tayyip Erdoğan.
L’Ambasciata Usa ad Ankara ha affermato che “gli avvenimenti recenti hanno indotto il governo americano a riesaminare l’impegno della Turchia per la sicurezza dei servizi e del personale nel Paese. Per ridurre al minimo il numero dei visitatori mentre è in funzione il provvedimento, è stato sospeso il rilascio dei visti a tutti i non immigrati”. In risposta, il governo turco ha sospeso il rilascio dei visti per i cittadini statunitensi, diffondendo una nota ufficiale che ricalca ironicamente le parole utilizzate da quello Usa.
Lo scontro in corso ha avuto anche dei risvolti economici, con gli indici della Borsa di Istanbul che hanno segnato diverse negatività, mentre la lira turca ha perso fino a circa il 3 per cento nei confronti del dollaro. Questi dati hanno suscitato agitazione negli investitori stranieri che detengono bond turchi, già perplessi sull’affidabilità della lira turca a causa dello stato di emergenza in vigore da tempo nel Paese e della polarizzazione politica.
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Continua la lettura dell’articolo di Anronciro Cozzi, Associate Analyst. de “Il Nodo di Gordio” su l’Opinione -> Visti: peggiorano i rapporti tra Usa e Turchia
Molto interessante! Questo è un tema da non sottovalutare, anche considerando le ansie geopolitiche della Turchia.