Intitolato alla Tre Torri, l’ultimo fascicolo del Nodo di Gordio ( pp.270, euro 18) centra l’attenzione sui tre “imperi” protagonisti dell’attuale scenario internazionale – Stati Uniti, Russia e Cina – e “sulla loro capacità di gestire le relazioni internazionali”. Visto che, come scrive Daniele Lazzeri nell’editoriale, faranno da corollario alle strategie imperiali un rilevante numero di potenze piccole e medie, impegnate a ritagliarsi un ruolo tra i tre poli di attrazione geopolitica.
Insomma, si chiede Andrea Marcigliano, qual è il destino delle “pedine”, tra le (pre)potenti torri sovrane? Da parte sua, Augusto Grandi osserva che manca la quarta torre: quella europea. Il nostro orgoglio, la nostra dignità e la nostra volontà, non diciamo di potenza, ma di esistenza (o sopravvivenza) politica sono già franate? Mentre esorcizziamo la memoria delle Gemelle di New York e del cruento 11 settembre 2001, non possiamo non porci queste domande.
Sotto lo stimolo degli scritti del “Nodo”, tutti di alto rango per ampiezza di documenti e di argomenti, tra anamnesi, prognosi e terapie futuribili (segnaliamo il bel saggio di Franco Cardini ‘Il ruolo strategico di Mosca nel nuovo scacchiere mondiale‘). Il tutto in un momento cruciale, e nonostante in Francia abbia vinto Macron e la Le Pen sia quasi fuori gioco. Altra domanda: la Corea del Nord è davvero pronta alla guerra? E il Donald di America first la vuole davvero?
Mario Bernardi Guardi