Riusciranno gli Stati Uniti di Donald Trump a far fronte alle tante questioni irrisolte lasciate in eredità da otto anni di presidenza Obama e a sanare le non poche ferite nei rapporti internazionali provocate da un presidente che ha guerreggiato dove e quando gli è parso? E adesso la Russia di Putin è disposta a compiere passi per un vero disgelo?
L’editoriale con cui Daniele Lazzeri apre il dodicesimo numero de Il Nodo di Gordio («Il valzer delle potenze. Danzando sul Titanic», pp. 214, euro 18) si pone il problema, mettendo a fuoco la complessità degli scenari globalizzati e i compiti non adeguatamente svolti dalle grandi potenze. Ed è soprattutto l’Occidente a rivelarsi incapace di elaborare progetti politici unitari: ad esempio, interviene in modo disordinato dinnanzi agli epocali flussi migratori e al terrorismo islamista. Insomma, per usare una metafora, «danza sul Titanic», non sa cosa fare, non fa, fa poco, male e tardi. Forse, ormai privi di un destino geopolitico, dobbiamo arrenderci alla decadenza?
Beh, nel laboratorio del Nodo di Gordio, si guarda alla realtà, ma si rifugge dal pessimismo. E per i lettori chiamati a riflettere su scenari convulsamente vitali – Turchia, Cina, Ungheria, Usa, Medioriente, Eurasia vale l’esortazione a tenere gli occhi aperti: la storia è in movimento, noi, nel bene e nel male, ci siamo dentro, la ragione, paradossalmente, stimola all’azzardo. Prepariamoci.
Mario Bernardi Guardi