Tira un “vento” strano intorno alla TAP, la Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto che dovrebbe veicolare il gas prodotto nei giacimenti dell’Azerbaigian sino all’Italia. Un vento strano e minaccioso. La TAP infatti dovrebbe fare dell’Italia, e segnatamente della Puglia dove dovrebbe approdare, un nuovo hub strategico per la distribuzione del gas in tutta Europa, con enormi potenzialità di sviluppo, tanto che la stessa Unione Europea gli ha dovuto riconoscere lo status di Progetto di Interesse Comune, destinato a costituire parte essenziale del Corridoio Meridionale del gas, uno dei dodici “corridoi” energetici considerati prioritari per gli obiettivi strategici della politica energetica comunitaria. Per altro, gran parte dei costi di costruzione della TAP vengono sostenuti dal consorzio azero che gestisce il giacimento di Shah Deniiz II, e tutte le valutazioni di impatto ambientale sembrano decisamente di mostrare la perfetta sostenibilità ecologica.
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Continua la lettura dell’articolo di Andrea Marcigliano, Senior fellow del Nodo di Gordio, su Gli occhi della Guerra —> Giochi di ombre dietro alla Tap