L’attività di condivisione di informazioni riservate, dati o knowledge tra servizi esteri, entità statali, locali o del settore privato viene denominata “Intelligence sharing” ed è una componente fondamentale dell’intelligence stessa. La Corea del Sud e il Giappone hanno firmato un accordo sulla condivisione dell’intelligence militare relativa alla minaccia derivante dai missili e dalle attività nucleari della Corea del Nord. L’accordo formale, tra Seoul e Tokyo, il General Security of Military Information Agreement (GSOMIA), firmato il 23 novembre scorso, è il primo patto militare tra i due paesi dalla liberazione della Corea del Sud dal dominio coloniale giapponese (1910-1945).
Il ministero degli Esteri di Seoul ha riferito, respingendo le critiche della Cina sull’accordo, che non metterà a repentaglio la situazione della sicurezza regionale. Lo stesso giorno, il portavoce del ministero degli esteri cinese, Geng Shuang, ha detto che l’accordo militare, stile guerra fredda, potrebbe aumentare la tensione nella regione del Nordest asiatico.
Il portavoce del ministero degli esteri sudcoreano, Cho Giugno-hyuck, ha ribadito, in una conferenza stampa, che “l’accordo non avrà effetto sulla situazione della sicurezza regionale”. “In poche parole, l’accordo GSOMIA, tra Corea del Sud e Giappone, è un accordo tecnico che governa il processo di protezione dell’intelligence militare tra i paesi firmatari”, sottolineando il fatto che la Corea del Sud ha accordi simili con altri 32 paesi. Seoul avrebbe proposto un accordo simile anche con la Cina in due occasioni, l’ultima nel mese di ottobre scorso.
Secondo fonti diplomatiche giapponesi e sudcoreane, il governo della Corea del Sud si era orientato verso la conclusione del GSOMIA, dopo il quinto test nucleare nordcoreano, nel mese di settembre di quest’anno. La conclusione dell’accordo renderà possibile tra Tokyo e Seoul lo scambio agevole e in modo rapido, di informazioni sensibili per quanto riguarda la Corea del Nord. Ultimamente, i partiti di opposizione sudcoreani si erano fortemente opposti alla conclusione del GSOMIA, ma l’amministrazione del Presidente Park Geun-hye ha deciso di andare avanti.
Secondo un funzionario del governo giapponese l’accordo “contribuirà al rafforzamento della cooperazione tra il Giappone, gli Stati Uniti e la Corea del Sud”. Per il Giappone, la conclusione del GSOMIA è simbolo di miglioramento delle relazioni con la Corea del Sud, sulla scia di un accordo tra i due paesi, nel dicembre dello scorso anno, per la risoluzione della questione delle cosiddette “donne di conforto” (prostituzione forzata delle donne sudcoreane per il piacere dei soldati giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale).
Gli Stati Uniti hanno valutato molto positivamente l’accordo. Una fonte del governo degli Stati Uniti ha fatto sapere che i tre lati del triangolo sono finalmente collegati. Dietro il senso di urgenza dell’accordo ci sarebbe stata la crescente minaccia della Corea del Nord. La minaccia di Pyongyang, che di recente ha accelerato lo sviluppo nucleare e missilistico, va considerata in “una dimensione diversa rispetto al passato.” La Corea del Nord ha lanciato più di 20 missili balistici quest’anno, molti dei quali sono stati lanciati da una piattaforma mobile. Una serie di lanci sarebbe stata fatta anche dal lato occidentale di fronte al Mar Giallo.
Secondo quanto riporta il Japan Times sarebbe impossibile per le cacciatorpediniere Aegis delle Forze di Autodifesa Maritime, dispiegate nel Mar del Giappone, di tracciare i missili balistici lanciati dalla zona occidentale della Corea del Nord. Questo accordo consentirà al Giappone di ricevere rapidamente informazioni dalle cacciatorpediniere Aegis della Marina della Corea del Sud e da altre navi impiegate nel Mar Giallo.
Nel mese di giugno scorso, come riportato dal Nodo di Gordio, Giappone e Corea del Sud avevano deciso di estendere il sistema di comunicazione di emergenza tra i loro ministeri della difesa, con l’aggiunta di una nuova linea diretta tra i rispettivi Ministri della difesa. L’agenzia sudcoreana Yonhap, riferiva che Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone avevano concordato di intensificare la cooperazione trilaterale come risposta alle minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord.
In passato nell’ambito degli accordi tra i paesi, la Corea del Sud passava le informazioni rilevanti agli Stati Uniti, con cui Seoul ha già un patto giuridicamente vincolante per condividere e salvaguardare l’intelligence (il General Security of Military Information Agreement – GSOMIA). Gli Stati Uniti hanno lo stesso accordo con il Giappone e quindi le informazioni in condivisione sarebbero arrivate da Seoul a Tokyo tramite gli Stati Uniti e viceversa. Il raggiungimento dell’accordo, accantonato da quattro anni a causa dell’opposizione in Corea del Sud, è stato dettato principalmente dalla necessità di una maggiore sicurezza regionale, non più procrastinabile, e alimentata dalla sempre più determinata corsa di Pyongyang al nucleare.
Elvio Rotondo
Country Analyst
Comments 1