Il governo giapponese, insieme a Stati Uniti e Corea del Sud, starebbe intensificando gli sforzi per sollecitare alcuni paesi a non accettare più i lavoratori nordcoreani in modo da interrompere il finanziamento dei programmi di sviluppo nucleare e missilistico di Pyongyang. Alcuni ricercatori sostengono che il numero dei lavoratori nordcoreani all’estero sembra essere in aumento, a causa delle sanzioni internazionali che limitano la capacità del regime di trarre profitto dalla vendita di armi e da altri traffici illeciti.
Il quotidiano giapponese, Japan Times, riporta in un articolo la questione dei lavoratori nordcoreani che inviano denaro alla Corea del Nord per essere poi utilizzato nei programmi di sviluppo nucleare e missilistico. La Corea del Nord, sfidando le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU e gli avvertimenti da parte della comunità internazionale, ha condotto quattro esperimenti nucleari e lanci di razzi che utilizzano la tecnologia dei missili balistici.
Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud, sono in allerta per un possibile quinto test nucleare di Pyongyang. Alcune fonti riferiscono che i tre alleati hanno cercato, sin dalla primavera scorsa, di sradicare una delle fonti di finanziamento della Corea del Nord: valuta estera guadagnata dai lavoratori nord-coreani all’estero. Ci sono diverse informazioni circa il numero di nordcoreani che il regime invia sistematicamente all’estero: secondo quanto riportato dal Japan Times si aggira tra 50.000 e 60.000, e le loro rimesse arrivano fino a 500 milioni di dollari l’anno, mentre secondo altre fonti, i lavoratori sarebbero il doppio e le stime delle loro rimesse verso Pyongyang varierebbero da decine di milioni a oltre 1 miliardo di dollari l’anno. Un business che costituisce una fonte primaria di raccolta di importante valuta estera per le casse di Pyongyang da investire poi nei programmi di sviluppo nucleare e missilistico, aggirando così le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite. Una fonte di Radio Free Asia ha riferito che il tasso di mortalità dei lavoratori nordcoreani all’estero, riferito al 2015, è di circa 16 morti per 10.000, un tasso di gran lunga superiore a quello dei decessi di lavoratori in altri paesi registrati dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, nei due anni precedenti.
Secondo alcune fonti Russia, Cina e circa 20 paesi del Sud-Est asiatico, il Medio Oriente e l’Africa accolgono i cittadini della Corea del Nord. Sin da quando il leader nordcoreano, Kim Jong Un, è salito al potere, dopo la morte del padre, Kim Jong Il, nel dicembre 2011, il numero sarebbe aumentato.
Secondo il WSJ il settore della ristorazione è stato parte dei flussi di entrate della Corea del Nord da quando il crollo dell’Unione Sovietica nei primi anni ‘90 ha causato la perdita di una delle principali fonti di sostegno economico.
La Corea del Nord ha cominciato con ristoranti in Cina prima di espandersi in Cambogia, un altro alleato tradizionale, e successivamente in tutto il Sud-Est asiatico, Russia e Emirati Arabi Uniti. I ristoranti sono parte della rete di lavoro all’estero che i gruppi per i diritti umani stimano che coinvolga decine di migliaia di nordcoreani oltre ai settori quali edilizia, industria tessile e altri.
Il Financial Times, in un articolo dello scorso anno, riportava che, oltre alla rete dei ristoranti nordcoreani che si estende da Ulan Bator ad Amsterdam, Pyongyang inviava lavoratori nei calzaturifici della Repubblica Ceca, a costruire monumenti in Senegal, a coltivare soia in Cina e nelle miniere di carbone in Malesia.
Il Japan Times riporta che se la Corea del Nord dovesse effettuare un altro test nucleare, il Giappone, in quanto membro non permanente del Consiglio di sicurezza, è pronto a fare pressione per la stesura di una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza per imporre sanzioni su redditi esteri percepiti dai nordcoreani che lavorano al di fuori del paese.
Washington ha introdotto nello scorso marzo sue sanzioni per regolare il flusso delle rimesse verso la Corea del Nord, e il Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud hanno riaffermato il loro obiettivo di cooperare su questa questione in una riunione, ad alto livello, a metà luglio alle Hawaii.
Lo scopo del Giappone e i suoi partner è anche quello di aumentare la pressione su Russia e Cina, alleati chiave della Corea del Nord, dal momento che l’impatto di tagliare il finanziamento alla Corea del Nord non sarà altrettanto efficace senza l’aiuto di Mosca e Pechino. Secondo le fonti, potranno anche fare pressione dal punto di vista umanitario, in quanto si ritiene che i funzionari della Corea del Nord stiano sfruttando i nordcoreani che lavorano all’estero,.
Un quinto test nucleare della Corea del Nord potrebbe innescare nuove sanzioni, tra cui il blocco delle rimesse in valuta dai suoi lavoratori all’estero, anche se questi potrebbero utilizzare intermediari per inviare denaro in patria attraverso il sistema bancario internazionale senza essere scoperti.
Elvio Rotondo
Country Analyst
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