Per quanto risolto in poche ore, quello tentato da un gruppo di militari ad Ankara non è stato un colpo di Stato da operetta, né tantomeno un “finto golpe” come qualcuno sta cercando di accreditare sui Media in queste ore. Lo dimostrano alcuni fatti inoppugnabili.
In primo luogo, a tentare di rovesciare Erdogan sono stati settori dell’Aereonautica e reparti di élite della I e II Armata dell’Esercito Turco, che operano solitamente nel contesto delle forze Nato. Non ci si trova, dunque, di fronte ad manipolo di golpisti improvvisati, bensì a forze ben addestrate e organizzate, che hanno posto in essere un piano preparato con cura. Infatti hanno occupato rapidamente la sede delle emittenti televisive nazionali, interrotto le comunicazioni telefoniche, bloccato – per quanto possibile – Internet ed i social network più diffusi. Contemporaneamente hanno chiuso gli Aeroporti, assunto il controllo dei Ponti sul Bosforo, attaccato il Parlamento ed il Palazzo presidenziale ad Ankara, colpito la residenza estiva dove Erdogan stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza, e presidiato le principali piazze e luoghi simbolo tanto della Capitale quanto di Istanbul.
Continua la lettura dell’articolo di Andrea Marcigliano, Senior fellow de “Il Nodo di Gordio” su Opinione.it —> Golpe in salsa turca