Il mondo islamico è molto diverso da quello legato alle bande dell’Isis. Lo è sotto l’aspetto culturale e sotto quello economico. E Torino, dopo aver ospitato un convegno sulla finanza islamica, si appresta a trasformarsi in una sorta di hub dell’economia islamica in Italia ed in Europa. Partendo dai settori più interessanti del made in Italy ma coniugati sulle esigenze di un mondo che si estende dalle coste africane all’Indonesia, passando attraverso i Paesi arabi e l’Asia Centrale. Non solo i Paesi islamici, ma anche i consumatori musulmani presenti in Russia, in India e nella stessa Europa.
Il 28 luglio Torino ospiterà una tavola rotonda sul “modest fashion” che, ovviamente, non ha alcun rapporto con la “modestia” dell’offerta che, al contrario, deve essere di qualità ma rispettando i canoni della domanda islamica. Gianmarco Montanari, managing director del Comune di Torino che organizza l’evento, ricorda che i consumatori musulmani hanno speso 266 miliardi di dollari, nel 2013, per l’acquisto di abiti e calzature. E la spesa sfiorerà i 500 miliardi di dollari nel 2019.
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Continua la lettura dell’articolo di Augusto Grandi, Senior fellow de “Il Nodo di Gordio” su Il Sole 24 Ore —> Torino hub dell’economia islamica