Dietro il caos che sta travolgendo tutto il Medio Oriente e dilagando nel Maghreb e nell’Africa sub-sahariana da un lato, infiltrandosi nella Penisola Arabica, nel Caucaso ed in Asia Centrale dall’altro; dietro alla minaccia sempre più globale rappresentata dallo Stato Islamico e dalla complessa galassia del jihadismo contemporaneo – dalla “storica al-Qaeda di bin Laden, ad altri, più evanescenti, gruppi o Network del terrorismo islamista come Ansar al-Sharia, diffusa dal Nord Africa allo Yemen, o la siriana al-Nusra – si cela un male antico. Una tabe che, periodicamente, riemerge in seno al mondo islamico, la frantuma, lo incendia. La Fitna. Fitna: la “tribolazione”, il “dissenso… infine la guerra civile. E’ il conflitto che spezzò la comunità islamica già subito dopo la scomparsa del Profeta, contrapponendo coloro che ritenevano che il suo successore, il Khalifa, dovesse essere, in certo qual modo, eletto dalla Shura – ovvero il consiglio degli anziani e dei sapienti – ed una minoranza che, invece, riteneva che questi dovesse essere della stirpe di Muhammad, quindi il suo cugino, e genero, Alì. [da “La variabile dimenticata del Grande Gioco” di Andrea Marcigliano]
I contributi:
- Fitna! di Andrea Marcigliano
- Sullo sfondo della Fitna Intervista a Franco Cardini
- L’Iran e la Fitna di Antonciro Cozzi
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