Intervista a Togrul Ismayil
La recente tornata elettorale in Turchia ha suscitato sulla stampa nostrana la consueta campagna denigratoria che ha accolto con toni trionfalistici la cosiddetta vittoria del Partito Democratico Popolare filo-curdo (HDP), la cui controparte ovviamente altro non poteva essere che la sconfitta delle mire presidenzialiste ed autoreferenziali dell’esecrabile “Sultano”, Tayyip Recep Erdoğan. In realtà questo partito filo-curdo, un amalgama alquanto eterogeneo di elementi che vanno dalle minoranze etniche ai propugnatori di campagne sui diritti civili e dei gay, è tenuto assieme nelle maglie di ferro della figura di Selahattin Demirtaş.
Definito emblematicamente l’Obama curdo, Demirtaş, il quale ha superato la soglia di sbarramento conquistando il 12,7 per cento dei voti, ricorda un po’troppo da vicino coalizioni politiche di casa nostra che catalizzano voti di protesa, come il partito 5 stelle o altri. Tant’è che il politologo turco Toğrul İsmayıl, in un’intervista realizzata su un sito azero, REPORT.AZ/, ci offre una prospettiva alquanto diversa di come si sono svolte le elezioni nel Paese anatolico.
“Le trascorse elezioni in Turchia, svoltesi senza incidenti di rilievo, rappresentano innanzitutto una vittoria annunciata per la democrazia. Certo, qualche scontro e qualche piccolo problema ci sono anche stati, ma sullo sfondo di ciò che sta accadendo, risultano essere alquanto trascurabili”. Così ha dichiarato il politologo turco, professore della TOBB University of Economics and Technology di Ankara, Toğrul İsmayıl, commentando i risultati delle elezioni parlamentari di Domenica scorsa, tenutesi in Turchia.
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Continua la lettura dell’intervista di Ermanno Visintainer, Senior fellow de “Il Nodo di Gordio” a Toğrul İsmayıl —> In Turchia l’era de monopartitismo appartiene al passato