Una serie di attacchi in poche ore: la Turchia è nel mirino. Ma da parte di chi? Nessuno sembra credere alle marginali milizie di estrazione marxista che hanno rivendicato gli attacchi. E allora si profilano quattro ipotesi: una resa dei conti fra gruppi di potere interni oppure lo zampino di qualche potenza esterna, come Usa, Russia o Iran.
Per Andrea Marcigliano, del think tank “Il Nodo di Gordio”, «Erdogan è in una posizione difficile. La sua politica non è condivisa all’interno del partito. Anche con gli Usa i rapporti sono cambiati: Washington ha abbandonato la sua politica tradizionalmente filo-sunnita cercando l’accordo sul nucleare con l’Iran».
Per quanto riguarda la Russia, invece, «si sta puntando tutto sulla costituzione dell’Unione euroasiatica. Questa unione, però, nelle intenzioni di Mosca deve essere più ampia dell’area ex sovietica. È per questo che la Russia ha lanciato segnali alla Turchia. Cosa osta a questa alleanza? Intanto il fatto che nell’Unione è stata invitata anche l’Armenia, con cui la Turchia continua ad avere rapporti molto tesi. Poi il fatto che Mosca guardi con grande interesse alla Grecia. Terzo elemento di frizione: la Siria. Mosca ha sempre puntato sul governo di Damasco, che è un suo alleato storico. La Turchia sostiene l’opposizione ad Assad, per quanto l’arrivo dell’Isis abbia parzialmente modificato il quadro».
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L’articolo completo con l’intervista ad Andrea Marcigliano, Senior fellow de “Il Nodo di Gordio” su Intelligonews.it —> Istanbul sotto attacco, chi ha interesse a destabilizzare la Turchia di Erdogan? Quattro ipotesi