Astana evita l’ingorgo istituzionale e rilancia l’economia. Sullo sfondo il rapporto con la Russia
Mentre in Italia si sta conducendo una confusa battaglia sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale, altri Paesi, espressione di una democrazia più “giovane” come il Kazakhstan, tornano alle urne per le elezioni anticipate del Presidente della Repubblica. Lo scopo di Astana, capitale dello Stato centrasiatico, è di evitare quello che a Roma sarebbe definito un “ingorgo istituzionale”: la sovrapposizione delle elezioni del Capo dello Stato e di quelle politiche finalizzate al rinnovo dell’Assemblea parlamentare, entrambe previste per il 2016. In Italia sarebbe già una notizia quella di poter tornare a votare per eleggere un Premier che abbia partecipato alle elezioni… Dopo le esperienze di Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi, tutti catapultati a Palazzo Chigi per volere dell’ex inquilino del Quirinale, Giorgio Napolitano, risulta un po’ difficile dare in giro lezioni di partecipazione democratica alla vita politica del Paese, magari appellandosi a cavilli costituzionali che salvano la forma ma non la sostanza delle cose. E invece, a fine di aprile, in Kazakhstan si torna alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica.
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L’articolo completo di Daniele Lazzeri, Chairman de “Il Nodo di Gordio” su IlGiornale.it —> Kazakhstan, dove le elezioni si fanno, anche anticipate