(Clicca sull’immagine per leggere l’articolo de l’Adige)
Ci sono sostanzialmente due modi di analizzare quanto accaduto a Parigi tre settimane fa: considerare che si tratti di uno «scontro di civiltà», una guerra tra Islam e Occidente, oppure andare oltre l’apparenza e indagare cosa si cela davvero dietro al fanatismo di chi uccide e si fa uccidere nel nome di Allah. A studiare la complessità del male e della realtà, andando oltre la sua banalità e le analisi dozzinali, è «Il Nodo di Gordio» think tank di studi geopolitici e geoeconomici, che è anche rivista quadrimestrale diffusa in abbonamento e che ha nel perginese Daniele Lazzeri, 40 anni, il suo chairman e direttore responsabile. «Siamo usciti domenica – annuncia Lazzeri – con un numero monografico centrato proprio sulla complessa e drammatica questione del terrorismo intitolato “Masters of Terror – I Signori del Terrore”. Uno speciale di 210 pagine realizzato grazie al prezioso contributo di numerosi esperti e analisti nel settore dell’antiterrorismo e della sicurezza nazionale. Vengono analizzati i vari volti del fenomeno, troppo spesso collegato esclusivamente alla matrice jihadista.
È importante, invece, osservare le evoluzioni del cosiddetto terrorismo ecologico, piuttosto che le fonti di finanziamento dei nuovi Signori del Terrore, così come interessanti sono i crescenti movimenti che stanno trasformando la “piazza” nel nuovo “campo di battaglia”». D’altra parte, proprio l’approfondimento è la cifra distintiva de Il «Nodo di Gordio», nato tre anni fa da un incontro casuale alla stazione Termini di Roma tra Lazzeri, lo storico Franco Cardini (ora direttore editoriale) e lo scrittore e saggista Andrea Marcigliano. In un mondo sempre più globalizzato, bombardato di informazione «mordi e fuggi», l’esigenza di capire le ragioni profonde dei cambiamenti è stata la molla che ha portato Lazzeri, di professione consulente finanziario presso la Cassa rurale di Pergine, a buttarsi in questa impresa. Che ha preso il nome del famoso nodo gordiano, sciolto con un colpo di spada da Alessandro Magno, per simboleggiare la separazione tra Europa e Asia, che il think tank si sta impegnando a colmare: sui vari numeri della rivista, abbondano infatti «speciali» su Kosovo, Ucraina, Kazakhstan, Azerbaijan, Turchia, che analizzano potenzialità e prospettive di Paesi interessati da profonde turbolenze interne e da conflitti irrisolti. Kazakhstan e Azerbaijan, in particolare, sono Stati con cui il think tank ha rapporti stretti, tramite contatti con le rispettive ambasciate, la partecipazione e organizzazione di importanti incontri culturali internazionali.
Nei report sul rispetto dei diritti umani, però, non sono certo Stati che godono di buona fama: «Ma non proviamo imbarazzo ad avere contatti con loro, tutt’altro – dice Lazzeri – In Italia, purtroppo, c’è una percezione parziale della complessa realtà politica e sociale di questi Paesi che hanno guadagnato l’indipendenza poco più di vent’anni fa e da allora sono in continua evoluzione verso la democrazia compiuta. Tra l’altro, hanno ottimi rapporti con gli Stati Uniti e Israele e si stanno spendendo attivamente nella lotta contro il terrorismo internazionale, senza dimenticare che rappresentano un grande opportunità economica e industriale per l’Occidente». Opportunità che presto avranno ricadute locali: «Prima dell’Expo 2015 – spiega il direttore del Nodo – proprio grazie a questi contatti partirà un’importante iniziativa rivolta alle aziende orientate all’export: ne sarà protagonista il Trentino Alto Adige ma interesserà anche le imprese di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e coinvolgerà molti Paesi centro-asiatici».
Di più, il chairman del centro studi per ora non rivela, ma racconta anche di altre importanti ripercussioni dell’attività del Nodo di Gordio: «Quando siamo stati in Azerbaijan a presentare il libro “La chiesa apostolica Albana”, abbiamo citato lo statuto di autonomia del Trentino Alto Adige come possibile soluzione per il conflitto nel Nagorno Karabakh, ancora irrisolto. Ebbene, poche settimane fa l’Ambasciata dell’Azerbaijan ci ha chiesto ufficialmente di portare il governatore Ugo Rossi a Baku per il quinto Forum di dialogo interculturale, che si svolgerà in maggio: potrebbe essere l’occasione per contribuire concretamente alla costruzione di una pace a lungo inseguita».
Pace e guerra intrecciate: in settembre il sesto numero della rivista è uscito col titolo «War Games, giochi di guerra». Un vero e proprio dossier di 233 pagine, presentato poi il 9 dicembre alla Camera dei deputati alla presenza del sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano e del presidente della Commissione difesa Sergio Divina. «Di fatto, abbiamo riempito il “libro bianco” che dovrebbe scrivere il Ministero della Difesa – spiega Lazzeri – Abbiamo chiesto ai più grandi esperti di studi militari e strategici di collaborare per dare al Ministero indicazioni utili a una pianificazione ventennale di costi e strategie del settore». Insomma, il think tank sta acquistando un peso nazionale e internazionale notevole. Ma come è arrivato, un perginese, a questo risultato? «Abbiamo raccolto intorno a noi ambasciatori, filosofi, economisti, storici, accademici italiani e stranieri. Ora nel board siedono personaggi di alto livello come Franco Cardini e Andrea Marcigliano ma anche il giornalista Augusto Grandi, il diplomatico Carlo Marsili e due trentini, il professor Ermanno Visintainer e l’architetto Paolo Zammatteo.
Ma il centro studi vanta anche numerose collaborazioni estere, tra cui quella con l’economista romeno-statunitense Edward Luttwak. Oggi abbiamo un centinaio di collaboratori di altissimo livello, con rapporti in tutto il mondo». L’internazionalizzazione non ha comunque fatto dimenticare il Trentino al «Nodo di Gordio»: nel 2013, è stato pubblicato il primo libro-intervista a Samantha Cristoforetti «Da Baikonur alle Stelle», che spiega lo scopo dell’esplorazione dello spazio e le sue ricadute economiche, e nel gennaio 2014 il «Taccuino turco di Othmar Winkler», presentato all’Università la Sapienza e a Konia. Mentre il 5 luglio scorso, a Montagnaga di Pinè, il gruppo ha organizzato l’undicesima edizione del workshop annuale internazionale «Metamorfosi del globo», che ha portato il nome della località sui giornali di mezzo mondo.
Giorgia Cardini