Ballottaggio con Neves il 26 ottobre per la presidente uscente
Archiviato il “futbol bailado” in un disastroso Mondiale di Calcio, il Brasile archivia anche il grande sogno di essere un Paese diverso. O forse non diverso, ma più simile agli Stati Andini che hanno riscoperto e valorizzato le radici indigene. Invece le elezioni presidenziali vedranno, al ballottaggio del 26 ottobre, la presidente uscemte Dilma Rousseff (41% dei voti) ed Aecio Neves (34,4%). Spazzata via l’illusione del Brasile amazonico, il sogno ambientalista di Marina Silva. Pareva essere arrivata ad un soffio da Dilma, si è ritrovata al terzo posto con poco più del 20% dei consensi.
Dunque l’apparato di Dilma ha prevalso. Nonostante la corruzione, nonostante la brusca frenata del Pil e la fine dell’illusione dei Bric. Nonostante gli immensi sprechi per i Mondiali e per le prossime Olimpiadi. I poveri delle favelas hanno preferito il poco, ma concreto, ottenuto con Dilma piuttosto del sogno rivoluzionario di Marina Silva. E lo stesso han fatto le popolazioni indigene.
Quanto alla nuova borghesia delle città, a cominciare da San Paolo, ha votato in massa per Neves, esponente di una destra brasiliana che è sempre difficile da interpretare con le categorie italiane ed europee. Sicuramente liberista, sicuramente facilitata da una corruzione che ha premiato i super ricchi brasiliani penalizzando i ceti emergenti. Chances per Neves al ballottaggio? Praticamente nessuna.
Alessandro Grandi