Il Ministero della Difesa giapponese avrebbe fatto richiesta di un budget, il più grande mai chiesto finora, per rafforzare le forze armate a causa delle preoccupazioni dovute all’espansione navale cinese. Il Ministero della Difesa vorrebbe 48,7 miliardi dollari, da impiegare soprattutto per la protezione di una serie di isole del sud che si estendono da Kyushu alle acque vicino a Taiwan.
La richiesta del budget verrà inviata al Ministero delle Finanze per l’approvazione entro fine anno, se approvata, segnerebbe per la terza volta consecutiva l’aumento del bilancio della difesa annuale e il 3,5 per cento dell’aumento del bilancio per l’anno fiscale in corso, che termina nel marzo 2015.
L’andamento riflette il desiderio del primo ministro Shinzo Abe di creare una struttura militare più attiva, con particolare attenzione a una possibile escalation di tensioni con la Cina. Il Giappone ha sempre diffidato di Pechino, che è visto anche da altri paesi della regione, come sempre più aggressivo nelle varie rivendicazioni di sovranità, in considerazione anche del rapido incremento del bilancio militare che è salito di quattro volte negli ultimi dieci anni fino a 132 miliardi dollari, quasi il triplo rispetto a quello del Giappone. Tra le voci sulla lista della spesa del Ministero della Difesa ci sarebbero venti “P1” aeromobili per il pattugliamento marittimo, con un prezzo combinato di 378 miliardi di yen. Ci sarebbero anche cinque MV-22 “Osprey” – aerei crossover che hanno la manovrabilità di elicotteri e la portata di velivoli – insieme a tre droni “Global Hawk” e sei F-35 caccia stealth ad alta tecnologia.
Il Ministero vuole anche accantonare fondi per lanciare una nuova Brigata anfibia, da assegnare a protezione delle isole Nansei Shoto, che si trovano tra il Mar Cinese Orientale e l’Oceano Pacifico. Citando la necessità di contrastare la crescente instabilità in Asia orientale, il Ministero della Difesa ha detto che il suo bisogno più urgente è quello di migliorare l’intelligence, la sorveglianza e ricognizione, il settore marittimo e le minacce di missili balistici per scoraggiare una potenziale aggressione. Giappone e Cina si sono regolarmente contrastati per il possesso delle isole Senkaku controllate da Tokyo, che Pechino rivendica come le Diaoyus, con le navi e gli aerei cinesi che mettono regolarmente alla prova le forze giapponesi. Nell’annuale libro bianco della difesa, il Ministro ha parlato di “grande preoccupazione” per le attività della Cina nel mare cinese e ha citato la Corea del nord come una minaccia alla sicurezza.
Il conservatore Abe ha instancabilmente viaggiato all’estero per rafforzare i legami con i leader stranieri, in particolare quelli nel sud est asiatico, nel tentativo di contrastare gli sforzi della Cina per espandere la propria sfera d’influenza. Abe ha anche lavorato per rafforzare l’alleanza militare del Giappone con gli Stati Uniti. Gli sforzi di difesa, tuttavia, hanno provocato disagio in Cina e in Corea del Sud, che sono state vittime di campagne militari aggressive da parte del Giappone fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Anche se è difficile per Seoul accettare questa idea del Giappone elevato a potenza militare di rilievo, deve comunque essere realista, poiché in caso di attacco da parte della Corea del Nord sul proprio territorio e l’impossibilità degli Stati Uniti a intervenire, perché impegnati altrove, potrebbe contare sul forte aiuto militare giapponese, almeno nella forma di supporto areo e navale.
Elvio Rotondo
Country Analyst
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