La Cina continua ad affermare la sovranità e i diritti sul Mar Cinese Meridionale che secondo la sua narrazione ufficiale, risalerebbero a “tempi antichi”. In generale, rivendica tutto quello che è dentro la linea dei nove trattini (linea tratteggiata a forma di U), una rappresentazione visiva delle rivendicazioni che appare su alcune mappe ufficiali cinesi. Questa linea si estende per 2.000 chilometri dalla terraferma cinese, abbracciando oltre la metà del mare.
Pechino non è il solo ad avere delle pretese sul mare in questione, ma è in buona compagnia: Indonesia, Brunei, Malesia, Vietnam, Filippine, tutti membri dell’ASEAN. In passato si sono verificati alcuni scontri tra la Cina e alcuni di questi paesi. Nel corso degli anni, Pechino ha aumentato rapidamente il suo dispiegamento militare nel Mar Cinese Meridionale.
Per far fronte a questa situazione, gli Stati Uniti, che pur non avendo pretese sulle acque in questione, hanno schierato navi da guerra e aerei per pattugliare e promuovere la libertà di navigazione (FONOP) e sorvolo nel Mar Cinese Meridionale. Negli ultimi anni hanno aumentato la frequenza delle operazioni per contrastare le rivendicazioni della Cina nella regione in questione. Washinton, in particolare, non riconosce le rivendicazioni della Cina e non accetta le richieste di notifica preventiva o di autorizzazione per le missioni di sorveglianza in prossimità delle acque territoriali reclamate da Pechino.
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