Come era previsto, e facilmente prevedibile, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza è ripresa. Il governo di Gerusalemme non poteva permettersi ulteriori esitazioni. Un prolungarsi della tregua per ottenere lo scambio di tutti gli ostaggi. Che Hamas stava centellinando, proprio per prolungare il periodo di tregua, ed avere così il tempo di riorganizzare le sue forze.
Di fatto, la mediazione del Qatar, pronuba Washington, si è rivelata un mezzo fallimento. Non è riuscita nell’intento di ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas e dei gruppi, ancora più difficili da controllare, del Jihad Islamica. E il conflitto è ripreso in modo forse ancora più cruento.
Per altro il casus belli sono stati degli attentati rivendicati da Hamas. O meglio, da delle frange dell’organizzazione, che è tutt’altro che un monolite unitario. Piuttosto una galassia variegata di gruppi, che spesso agiscono al di fuori delle logiche della direzione politica. Che, risiedendo a Dubai, ha un controllo molto relativo, e soprattutto una percezione nebulosa, della realtà di Gaza.
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