La COP28 a Dubai si prospetta come un evento record con la partecipazione di capi di stato e di governo provenienti da 150 Paesi, un successo ulteriore dei paesi arabi o del Golfo. L’obiettivo principale della Conferenza resta la valutazione dei progressi nella lotta al riscaldamento globale e la definizione di politiche di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici, con uno sguardo particolare alle nazioni più vulnerabili.
Giorgia Meloni arriverà il 30 pomeriggio per partecipare all’apertura dei lavori e alle sessioni ad alto livello dell’1 e del 2 dicembre. La Premier, insieme ad altri leader, sarà presente anche a una serata di musica lirica realizzata dall’Orchestra del Teatro alla Scala al Dubai Opera, in collaborazione con il Ministero degli Esteri e della Cultura e con Plenitude.
L’Italia si presenta pronta a contribuire alla definizione delle politiche globali per affrontare le sfide climatiche, con un’attenzione particolare alle dinamiche e alle necessità dell’Africa. Gli impegni climatici italiani seguono le ambizioni dell’Unione Europea, in linea con la strategia “Fight for 55”. La partita diplomatica si focalizzerà sulla definizione dei meccanismi di allocazione del finanziamento di oltre 100 miliardi di euro all’anno che le nazioni più ricche dovrebbero destinare ai paesi in via di sviluppo per combattere e mitigare i rischi connessi al cambiamento climatico.
Sarà l’occasione per ribadire il sostegno italiano ai Paesi africani, mirando a renderli più stabili e sicuri, anche considerando il rischio per la sicurezza internazionale derivante dai cambiamenti climatici nei paesi più poveri. Fonti diplomatiche indicano la volontà italiana di destinare quasi la metà della dotazione del Fondo Italiano per il Clima a progetti congiunti con i Paesi africani, dimostrando un impegno concreto nella lotta ai cambiamenti climatici.
L’approccio olistico dell’Italia, su cui si integrano le iniziative del Piano Mattei, comprende la collaborazione tra Italia e Stati africani, partendo dalla sfida climatica per migliorare legami commerciali, sicurezza internazionale e sviluppo socio-economico, con l’obiettivo di prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari e ridefinire il quadro securitario internazionale. Portando avanti progetti su modello del nuovo connettore elettrico in costruzione tra Tunisia e Italia, finanziato anche dall’Unione Europea, che permetterà di ridurre le emissioni, creare lavoro, rafforzare i legami commerciali e migliorare la sicurezza internazionale ed energetica.
La COP28 rappresenta un’opportunità strategica per creare quel consenso internazionale necessario non solo per la lotta ai cambiamenti climatici ma anche per promuovere uno sviluppo sostenibile e securitario nei paesi più poveri, considerando l’influenza che gli Emirati Arabi Uniti e gli altri stati coinvolti hanno in Africa a livello economico, culturale e religioso.
La sfida non è banale, sia perché non lo è allineare le volontà europee, sia perché l’attuale maggioranza poggia su un elettorato sospetto di non nutrire eccessive simpatie ambientaliste o preoccupazioni climatiche: proprio per questo la chiave dell’aiuto ai paesi africani può essere vincente. Rientra nella logica meloniana di creare condizioni di sviluppo e di benessere – conciliare le due cose passa per un’attenta valutazione dell’impatto antropico, altrimenti si rischia una deflagrazione negli equilibri globali – per ridurre i flussi migratori. Aiutiamoli a casa loro, insomma, anche a non alterare il clima.
Dal nostro inviato a Dubai, Rodolfo Maria Salvi
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