Il Financial Times ha riportato la notizia secondo cui, ad agosto, la Cina avrebbe testato un missile ipersonico capace di fare il giro del mondo. Questo missile sarebbe in grado di trasportare una testata nucleare. La notizia pare abbia destato profonde preoccupazioni a Washington, in quanto gli USA non pensavano che la Cina fosse così avanti nella tecnologia ipersonica. Tale tecnologia, infatti, è una delle nuove frontiere delle applicazioni militari ed uno degli ambiti della nuova corsa agli armamenti, in grado di cambiare gli attuali equilibri strategico-militari tra grandi potenze. Il missile lanciato ad agosto avrebbe sbagliato l’obiettivo di circa poco meno di 40 chilometri evidenziando però gli enormi progressi dei cinesi in tale campo. Fino ad ora solo Statunitensi e Russi avevano realizzato con successo tali tipi di test.
Un missile è definito ipersonico quando supera velocità di Mach 5; almeno cinque volte, cioè, più veloce del suono. Ma non è solo la velocità l’elemento di questa nuova categoria di vettori a determinarne la capacità di alterare gli equilibri strategici. In talune fasi della loro traiettoria, la maggior parte dei missili balistici oggi disponibili negli arsenali delle maggiori potenze volano a velocità ben al di sopra della soglia ipersonica, almeno in talune fasi del loro percorso. Le nuove generazioni di missili ipersonici, però, sono particolarmente insidiose perché mantengono tale eccezionale velocità anche nell’ultima parte del loro tragitto. Potendo, in tal modo, grazie anche ad un diverso utilizzo delle forze aerodinamiche, realizzare percorsi di volo meno prevedibili rispetto ai missili balistici tradizionali, e per tale ragione meno intercettabili.
Va rammentato che ci sono due tipi fondamentali di armi ipersoniche: veicoli plananti ipersonici (noti con la sigla HGV – Hypersonic Glide Vehicle), come ad esempio, il missile russo Avangard, entrato in servizio tra i ranghi delle forze missilistiche strategiche russe alla fine del 2019, e missili da crociera ipersonici (noti come HCM – Hypersonic Cruise Missile), come, ad esempio, il missile russo Zircon, progettato per un impiego terrestre e navale, capace di raggiungere i Mach 9.
Entrambe le due tipologie di missili volano nell’atmosfera e sono manovrabili. I primi, però, vengono spinti verso lo spazio da un razzo e poi planano verso il loro obiettivo sfruttando le forze aereodinamiche indotte. Gli HCM, invece, in genere utilizzano un piccolo razzo per accelerare il missile a velocità sufficientemente elevate da attivare un motore a combustione supersonica (noto come scramjet). In breve, gli HCM sono alimentati per l’intera durata del volo, gli HGV, invece, lo sono solo nella prima parte. L’uso di missili ipersonici è stato anche possibile grazie alle recenti tecnologie che hanno reso disponibili rivestimenti ceramici in grado di resistere alle elevatissime temperature generate dagli attriti in gioco.
I cambiamenti nei paradigmi strategici che le nuove armi ipersoniche possono indurre sono dovuti alla compressione del tempo disponibile per reagire ad un eventuale attacco. Questa compressione è dovuta sia alla loro velocità sia alle quote relativamente basse a cui talune tipologie di missili da crociera possono volare. Volare basso, infatti, può rendere un’arma ipersonica invisibile ai sensori terrestri fintanto che essa non è troppo vicina per l’adozione di efficaci misure difensive. Ciò aumenta le possibilità di successo di un attacco a sorpresa finalizzato a distruggere le capacità strategiche di un avversario, prima che questi avvii l’utilizzo dei propri sistemi.
Fina dall’alba del confronto nucleare, l’equilibrio strategico, che ha anche garantito un periodo di relativa stabilità, si è sostenuto sul concetto di “deterrenza nucleare”, basato sulla capacità dei possibili contendenti di reagire e lanciare un secondo colpo nucleare (second strike) anche qualora oggetto di un attacco nucleare di sorpresa, grazie a forze non distrutte dal primo attacco avversario (tanto che negli anni della Guerra Fredda si sviluppò la teoria della Mutua Distruzione Assicurata – Mutually assured destruction o MAD, ovvero che un attacco con armi nucleari da parte di uno dei due opposti schieramenti avrebbe finito per determinare la distruzione sia dell’attaccante che dell’attaccato).
L’impossibilità di assicurarsi la vittoria definitiva con un primo attacco, dunque, ha garantito per decenni la stabilità nucleare, tanto che i confronti diplomatici e i trattati sul controllo degli armamenti nucleari tendevano a considerare non solo le classiche armi offensive ma anche quelle difensive che, se troppo efficaci, spostavano l’equilibrio verso una parte dei competitor. Peraltro, va rammentato che proprio l’avveniristico sistema di difesa proposto dal Presidente Reagan, la Strategic Defense Initiative (SDI), da noi più noto come Scudo Spaziale, ha contribuito o almeno accelerato uno dei passaggi geopolitici maggiormente significativi della nostra epoca: la caduta dell’Unione Sovietica.
Anche se Pechino, per bocca del suo ministro degli esteri, Zhao Lijian, ha smentito che si trattasse di un veicolo ipersonico, ma solo di un razzo spaziale riutilizzabile, taluni osservatori reputano che il vettore rientri nella categoria degli ipersonici e che la smentita cinese serva solo ad assicurare al governo una immagine pacifica. Il lancio, peraltro, sarebbe avvenuto in uno dei momenti di maggiore tensione militare nell’area, per le rivendicazioni sul Mar Cinese Meridionale e per i confronti nello Stretto di Taiwan, dove continuamente incrociano navi militari di varie potenze.In ogni modo, l’era dell’ipersonico è alle porte, rischiando di erodere l’ultimo spezzone di supremazia militare che, con sempre maggiore difficoltà, gli Stati Uniti ancora detengono. Conseguentemente, strategie e dottrine dovranno presto adeguarsi, anche magari con nuovi strumenti diplomatici, onde non rischiare di avviare un confronto dagli esiti inimmaginabili.
Francesco Lombardi
Senior Fellow del think tank “Il Nodo di Gordio”
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