Marco Cochi, ricercatore del CeMiSS – Centro militare studi strategici del Ministero della Difesa – analista dell’Osservatorio ReaCT, Eastwest e del think tank “Il Nodo di Gordio”, ha risposto per Babilon ad alcune domande sulla situazione Covid in Africa.
Come si è diffuso il virus nel continente?
«Dopo che il 31 dicembre 2019 le autorità sanitarie cinesi comunicarono all’Oms di aver identificato un nuovo focolaio di polmonite virale nella città di Wuhan, per un mese e mezzo l’Africa venne risparmiata dalla diffusione del nuovo coronavirus Sars-CoV-2. Poi il 15 febbraio 2020, è stato confermato il primo caso in Egitto e 13 giorni più tardi in Nigeria venne localizzato il primo contagiato nell’area sub- sahariana. Nei mesi successivi, il virus ha esteso la sua letale presenza in tutti gli Stati del continente, come attestano le rilevazioni quotidiane del Centro africano di controllo delle malattie (CDC) di Addis Abeba.
Qual è il livello di diffusione del Covid in Africa?
Il maggior numero di contagi si è finora registrato in Sudafrica, paese che ha un volume più elevato di traffico aereo e di scambi con l’Europa, ma soprattutto che ha condotto molti più tamponi e test sierologici rispetto ad altre nazioni sub- sahariane. I casi confermati nel continente al 31 marzo 2021 sono 4.203.793, mentre i pazienti guariti sono 3.763.635 e quelli deceduti 112.480. Numeri molto più contenuti di quelli registrati in Usa, in Europa e America Latina, che attestano come l’Africa, dopo l’Oceania, sia la zona del pianeta con la minore diffusione del virus. Per fare un esempio, un continente di 1,3 miliardi di persone ha registrato meno morti per Covid-19 rispetto al Regno Unito, che ha circa un ventesimo della popolazione.
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