Ricostruiamo la situazione del Myanmar alla luce del recente colpo di stato dei miliari.
La Birmania, ufficialmente Repubblica dell’Unione di Myanmar, è situata tra la penisola Indiana e la penisola Indocinese. Ha una popolazione di oltre 51 milioni di abitanti ed è un Paese composto da 135 gruppi etnici.
Il gruppo etnico probabilmente più noto, viste purtroppo le notizie degli ultimi tempi, è la minoranza di religione islamica dei Rohingya, gruppo non riconosciuto dal governo birmano e considerato una delle minoranze più perseguitate al mondo. Molti di questi gruppi (in particolare Chin, Kachin, Karen, Arakan, Shan) sono in uno stato di ricorrente conflitto con il Governo e hanno costituito gruppi armati più simili a eserciti che a milizie rivoluzionarie.
Il 1° febbraio, a seguito dell’esito delle elezioni generali, vinte dal partito National League for Democracy (NLD) di Aung San Suu Kyi, l’esercito, con un colpo di stato, è tornato al potere e ha dichiarato lo stato di emergenza per un anno. Nelle elezioni i militari avevano subito una dura sconfitta: l’USDP ha vinto solo 33 dei 476 seggi disponibili, mentre l’NLD ne ha vinti 396.
Le forze armate avevano appoggiato l’opposizione, che chiedeva la ripetizione del voto, sostenendo brogli molto diffusi. La commissione elettorale ha rifiutato queste accuse dichiarando che non c’erano prove a sostegno di queste affermazioni.
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