La proposta prevede il dispiegamento di forze di pace congiunte russo-turche e consente all’Azerbaigian di mantenere il territorio conquistato di recente.
L’analisi di Stephen D. Bryen, Senior Fellow del think tank “Il Nodo di Gordio”, già Sottosegretario alla Difesa di Ronald Regan, per Asia Times.
Russia e Turchia hanno approssimativamente stabilito un accordo in due fasi per porre fine ai combattimenti in Nagorno-Karabakh, una mossa che arriva mentre l’Azerbaigian fa guadagni territoriali decisivi sull’Armenia nell’enclave contesa.
L’accordo, che secondo quanto riferito, richiederà all’Armenia di cedere una grossa fetta del territorio dell’enclave e dispiegare una missione di pace turca e russa nell’area, arriva sulla scia dell’annunciata conquista da parte dell’Azerbaigian della città strategica di Shusha, situata alla fine del corridoio strategico di Lachin e ultima città difendibile nell’enclave controllata dall’Armenia. Lunedì, l’Armenia aveva negato che Shusha fosse caduta.
In caso di caduta di Shusha, Stepanakert – la capitale della cosiddetta Repubblica dell’Artsakh – sarebbe circondata e tagliata fuori dall’Armenia. Se i combattimenti dovessero continuare, l’Artsakh sarebbe quasi inevitabilmente conquistata con molti più morti, oltre le migliaia già registrati. L’accordo proposto, attribuito a rapporti di “fonti turche”, non affronta completamente ciò che riserva il futuro per il Nagorno-Karabakh. Ciò che è chiaro è che assegnerebbe immediatamente all’Azerbaigian una serie di aree che ha già conquistato.
Le più importanti sono le aree occupate dall’Armenia ma che non fanno parte del Nagorno-Karabakh, comprese le aree lungo il confine iraniano. Si aprirà anche un corridoio attraverso il territorio armeno verso l’isolata enclave azera di Nakhchivan. Un secondo corridoio non ancora specificato darebbe all’Armenia l’accesso al Nagorno-Karabakh.
Anche altre aree territoriali del Nagorno-Karabakh passerebbero in seguito all’Azerbaigian, ma non si conoscono informazioni su quali aree e come avverrà lo scambio. Una forza di mantenimento della pace composta da truppe russe e turche garantirebbe l’accordo. L’accordo sarebbe stato messo insieme personalmente dal presidente russo Vladimir Putin e dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Si presume che in base all’accordo la Repubblica Arsakh cesserà di esistere. La Repubblica, una creatura dell’Armenia, non ha mai ricevuto il sostegno internazionale. In effetti, le Nazioni Unite hanno fermamente sostenuto che il Nagorno-Karabakh fosse legalmente un territorio azerbaigiano.
Non ci sono ancora informazioni sulla collocazione dei rifugiati dai combattimenti o sull’insediamento dei rifugiati dai combattimenti 1991-1992, la maggior parte dei quali sono azerbaigiani. Non ci sono ancora informazioni sul fatto che l’Armenia abbia accettato l’accordo o anche se il governo armeno lo sosterrà in futuro.
Contina a leggere l’articolo dei Stephen Bryen, Senior Fellow del think tank “Il Nodo di Gordio” su Asia Times: https://asiatimes.com/2020/11/russia-turkey-near-a-deal-for-nagorno-karabakh/