Oggi 5,4 milioni di elettori andranno a votare nella Repubblica di Guinea per eleggere il loro presidente. L’ottantaduenne presidente uscente Alpha Condé si è candidato per un terzo mandato, dopo l’approvazione di una contestata riforma costituzionale. Una ricandidatura fortemente sostenuta dal Raggruppamento del popolo guineano – Arcobaleno (Rpg) e ratificata dal partito al potere nel Congresso dello scorso agosto.
La candidatura è stata ufficialmente approvata dalla Corte costituzionale della Guinea Conacry, che ha reso possibile la rielezione del presidente della Repubblica per altri due mandati di sei anni ciascuno, modificando l’articolo 27 della Costituzione, in vigore dal 2010 nel paese africano. Una modifica definita “illegale e illegittima” dal Fronte nazionale per la difesa della Costituzione (Fncd), la piattaforma che dal 3 aprile 2019 unisce le forze di opposizione e della società civile guineana.
Ma finora, né l’età avanzata, né tantomeno la pressione del Fncd contro l’emendamento della Costituzione che ha reso possibile il terzo mandato, hanno fatto desistere il leader guineano dalla sua intenzione di rimanere presidente a vita. E per sostenere la terza candidatura di Condé, è stata presto archiviata anche la proposta avanzata dalla Coalizione democratica per il cambiamento nella continuità di designare un successore all’interno dell’Rpg.
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