Scenari globali e scenari a Nordest, non solo dopo la rivoluzione Covid. Intervista a Luigi Marcadella, giornalista bassanese, che collabora con un “think tank” di geopolitica e economia internazionale.
Uno dei suoi articoli più letti riguarda un’intervista dello scorso mese di maggio con un signore dal nome impronunciabile, Issara Sereewatthanawut (per non sbagliare a scriverlo ho usato il copia-incolla), segretario generale aggiunto del Partito Democratico Thailandese, che ha raccontato come la Thailandia, una delle nazioni asiatiche meno colpite dal Covid-19, ha affrontato la pandemia. Per la serie: l’interesse del grande pubblico arriva anche su temi per i quali non ti aspetteresti migliaia di letture e migliaia di condivisioni.
L’articolo è pubblicato su “Il Nodo di Gordio” (nododigordio.org) e il suo autore è Luigi Marcadella, bassanese, giornalista, che collabora col portale di informazione in veste di “European Policy Analyst”. Il “Nodo di Gordio”, diretto da Daniele Lazzeri, è un “think tank” di geopolitica ed economia internazionale che nelle sue diverse rubriche presenta, per dirlo in parole semplici, un “panorama del mondo” visto sotto la lente dei macro-temi di attualità, approfonditi attraverso l’analisi e il contributo di pensiero di autorevoli esperti.
Un osservatorio privilegiato per capire, dal punto di vista degli scenari geopolitici ed economici globali, dove ci troviamo e dove stiamo andando, anche e soprattutto in questi nuovi tempi dove gli assetti internazionali sono stati ridisegnati dal virus. Il “globale”, tuttavia, altro non è che la faccia opposta del “locale”. E per capire due o tre cose sul mondo che sta cambiando, in primis nell’economia produttiva e nel lavoro, con inevitabili riflessi anche sul territorio in cui viviamo, chiedo aiuto allo stesso Luigi Marcadella, tramite intervista.
Luigi Marcadella, cosa significa scrivere di politica e economia in un modo “pazzo” come quello di adesso, dopo l’emergenza pandemia?
Di solito mi occupo di una parte specifica del Paese che è il Nordest, l’area che nonostante le mille difficoltà negli ultimi anni è comunque il motore trainante del Paese. È un’area che è tra le prime zone industriali d’Europa e quindi al mondo. Ma il Triveneto, il Nordest ha un’importanza che spesso noi italiani non riusciamo ad apprezzare. Tante filiere produttive, tanti distretti industriali che abbiamo qui in Veneto li diamo per scontati, perché ci viviamo in mezzo, però hanno un valore che in giro per il mondo ci invidiano. Quello che spesso manca nella visione di chi fa impresa o di chi si occupa di economia del Nordest è quello di cercare di contare di più. Il problema di chi fa attività imprenditoriale in Veneto è che in giro per l’Italia conta poco. Quindi questo è uno dei problemi che, come nella politica, toccano anche l’economia.”
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