a cura del think tank “Il Nodo di Gordio”
Quella dei cosiddetti “migranti” è, ormai, un’emergenza epocale, che trascende di gran lunga il mero fattore economico o quello umanitario. Un’emergenza che, per dimensioni e complessità, fa impallidire qualsiasi precedente moto migratorio, dalle troppo spesso citate a sproposito “invasioni barbariche”, che provocarono il crollo dell’Impero di Roma sino ai flussi di immigrati europei che popolarono le Americhe.
Questa volta infatti ci troviamo di fronte ad un fenomeno che sia per dimensioni – decine di milioni di individui pronti a spostarsi dall’Africa e dall’Asia in direzione dell’Europa – sia per complessità – politica, economica e, non ultima, culturale – trova i governi e nel complesso tutte le élite europee assolutamente impreparate. Un’impreparazione che si traduce nell’oscillare fra un’acritica ed indiscriminata “apertura” ed una antitetica “chiusura totale” anacronistica e, nella sostanza, impossibile. Posizioni, entrambe, più informate ad ideologie stantie e ad esigenze di propaganda che ad un’analisi della realtà, che, invece, chiederebbe di essere compresa nella sua complessità prima, per essere poi, per quanto possibile, governata.
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Continua la lettura dell’approfondimento a cura della redazione de “Il Nodo di Gordio” per AnalisiDifesa.it —> Geopolitica delle migrazioni nel Mediterraneo e Balcani