Grazie al golpe fallito il «sultano» è più forte che mai. «E adesso Recep Tayyip Erdogan ha la strada spianata verso la repubblica presidenziale cambiando la Costituzione», spiega Andrea Marcigliano, analista del centro studi Nodo di Gordio, che conosce bene la Turchia.
Nessuno oserà negare i voti in Parlamento ad una svolta forte ed islamica a chi, paradossalmente, si presenta come paladino della libertà contro la dittatura delle baionette. E cambiare la Carta fondamentale per imporre il presidenzialismo «significa soprattutto togliere potere ai militari, che fin dai tempi di Kemal Atatürk sono i garanti della Costituzione».
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Continua la lettura dell’articolo di Fausto Biloslavo su il Giornale —> Turchia, battuti i militari, nemici di sempre