Il “Nodo di Gordio” è un think tank formato da un gruppo di studiosi, docenti universitari, giornalisti e ricercatori con esperienza internazionale che, dopo aver maturato esperienze pluriennali in diversi ambiti, hanno deciso di realizzare uno strumento in grado di veicolare in modo sinergico conoscenze, competenze ed informazioni.
L’idea di dar vita ad un web magazine nasce da un’idea del Centro Studi “Vox Populi” e di Franco Cardini. Da anni Cardini è, infatti, impegnato nella divulgazione di una conoscenza della cultura eurasiomediterranea. Già nel 2000 pubblicava, nella collana diretta da Jacques Le Goff, per l’editore LATERZA, il testo: “Europa e Islam storia di un malinteso”. Il professore, dunque, ben un anno prima dell’attentato alle Torri Gemelle, aveva previsto, quanto male può nascere dall’incomprensione tra popoli. Dal titolo del testo del 2000, infatti, si evince come il nodo dell’ignoranza impera in Europa e nel mondo occidentalizzato, e quanto ci sia bisogno di un maggior impegno nella divulgazione delle culture, tradizioni, usi e costumi dei popoli del mondo.
Dall’incontro tra Cardini e il Centro Studi “Vox Populi”, dunque, nasce un sodalizio che vuole trovare la sua massima espressione nel “Nodo di Gordio”.Il Centro Studi “Vox Populi”, specializzato nello studio della storia e delle culture dei popoli dell’Eurasia e del Mediterraneo, può aggiungere alla conoscenza del “medio – evo” di Cardini quel tratto che differenzia l’analisi dello studioso dall’immaginario collettivo sull’Oriente.
Il Nodo di Gordio nella mitologia
La leggenda risale al tempo in cui, l’antica capitale anatolica della Frigia, era priva di un legittimo sovrano. Secondo il vaticino dell’oracolo locale, il primo uomo che fosse entrato in città al di sopra di un carro trainato da buoi ne sarebbe diventato il re. Il primo ad entrare in città fu Gordio che, in conformità all’oracolo, fu nominato re dai sacerdoti. Suo figlio Mida consacrò il carro alla divinità frigia Sabazio (omologa allo Zeus ellenico) inoltre lo vincolò ad un palo con un intricato nodo, che secondo una predizione oracolare, chi fosse riuscito a scioglierlo, avrebbe avuto il potere sull’Asia. Nel 333 a.C. Alessandro riuscì nell’impresa tagliandolo di netto con un fendente della sua spada.
La locuzione “Nodo di Gordio” pertanto si ispira a quest’aneddoto d’origine anatolica, mitico e letterario nel contempo, legato ad Alessandro Magno che, assumendo una valenza allegorica, è andato ad indicare un problema molto complesso la cui soluzione – alla maniera dei samurai – è da risolversi attraverso un taglio deciso di spada. Ma un ulteriore riferimento racchiuso nella figura del Sovrano Macedone è la sua connotazione islamica, dal momento che la sua presenza può essere ravvisata all’interno del Corano. Precisamente nella sura XVIII, dove si parla della figura profetica di Dhû al-Qarnayn (Possessore delle due Corna o Bicorne), che molti esegeti del sacro libro hanno accostato proprio ad Alessandro.
Il testo sacro narra che Dio gli conferì il potere: “Noi abbiamo consolidato il suo potere sulla terra”. Quindi racconta che Alessandro viaggiò fino ai confini del cielo, arrivando là dove il sole si leva (l’Oriente), che incontrò popoli e che infine dispose l’edificazione di una diga o di un baluardo tra due monti per proteggere gli abitanti da quei popoli, chiamati Yā’jūj e Mā’jūj, i Gog e Magog di biblica memoria. In sostanza a Dhû al-Qarnayn viene riconosciuto il merito di aver instaurato un governo fondato sulla giustizia e sul rispetto della Legge divina. Alessandro assurge quindi alla valenza di topos letterario cui si sono ispirati numerosi poeti e scrittori di questa parte del mondo centro ed eurasiatico.
Lascia un commento